
I NOSTRI OSPITI (1)
ACCIUGA O ALICE:
Engraulidi della famiglia dei Clupeoidi comprendono un centinaio di specie e hanno importanza solamente alimentare.

Bavosa jonica
della famiglia degli Scomberosocidi non interessano l'acquariofilo medio in quanto è difficilissimo mantenerli in vita in acquari di piccole dimensioni.
AGUGLIA, SCOMBRI:
ALGHE:
per lo più Tallofiti, sono vegetali onnipresenti, unicellulari o pluricellulari con organismo non differenziato. Dalla loro colorazione si denotano le condizioni fisico-biologiche dell'acquario: se sono marroni (Diatomee) vi è carenza di illuminazione; se sono blu (Cianoficee) è in corso un assestamento di sostanze inquinanti che liberano alte quantità di anidride carbonica che le fanno sviluppare; se sono verdi ci indicano la "buona salute" dell'acquario: vi è una buona illuminazione e lo stato dell'acqua è soddisfacente sia per le condizioni fisiche sia per quelle biologiche, quindi il filtro funziona bene e la nostra manutenzione è corretta.

Spirografi
ALICE:
ALOSA:
vedi Acciuga.
vedi Sarda.
ANELLIDI, POLICHETI:
ordine di Serpuliformi (Sabellidi) comprendono i più interessanti ordini dei Sabella e Spirographis, animali viventi in tubi membranosi che loro stessi si costruiscono attorno al corpo e che àncorano a rocce o fondale. All'apice del tubo fanno fuoriuscire numerosi e lunghi tentacoli dai colori brillantissimi per la gioia coreografica del nostro acquario. Facili da reperire vicino a porti e dove il mare è sempre calmo, a poca profondità; fare attenzione a non danneggiarli mentre si asportano. Si cibano di naupli di Artemia salina o latte di cozze spruzzato vicino ai tentacoli anche una sola volta ogni dieci giorni. La specie più diffusa nel Mediterraneo è lo Spirografo Spallanzani, ricercato dagli acquariologi di tutto il mondo.
ANEMONE DI MARE:
vedi Antozoi.
ANGUILLA:
del genere Anguilliformi, Grongo (Congridi), Murena (Murenidi). Anche se di queste specie qualche giovane esemplare si potrebbe ospitare in acquario, la loro presenza ne sconvolgerebbe l’equilibrio generale in quanto sono animali aggressivi e molto voraci. E poiché sono predatori notturni si nasconderebbero quasi sempre alla vista, con poca soddisfazione per l’osservatore.

Murena
ANTHIAS:
genere della famiglia dei Seranidi. Alcune specie sono ricercate in acquariofilia per il loro favoloso aspetto e il loro colore rosso vivo. Vivono in profondità a ridosso di grotte. La specie più nota è l’Anthia anthias.
ANTOZOI:
classe di Cnidari (Celenterati) sono anche detti “animali fiore” e come tali sono gradevolissimi in acquario, ove bene sia adattano e, addirittura a volte, si moltiplicano. Le Attinie più diffuse nel Mediterraneo sono l’Anemone di mare (Anemonia sulcata) e il Pomodoro di mare (Actinia equinia). Sono specie molto robuste e vivono a lungo. Anche le Rose di mare (Teolia crassicornis) e i Garofani di mare (del genere Actinoloba), impropriamente chiamate Attinie, sono facilmente reperibili in pochi centimetri d’acqua nelle scogliere. Con la loro ventosa aderiscono saldamente agli scogli per cui, all’atto della asportazione, fare attenzione a non danneggiarli, e poiché hanno un leggero potere urticante e, in più, sono animali viscidi al tatto si consiglia l’uso dei guanti gommati. Si cibano di Molluschi (vongole, cozze, gamberi, etc. in piccole porzioni) che digeriscono lentamente. Il pasto gli si può somministrare anche una volta a settimana.

Angolo dell'acquario con "Pomodoro" e Attinie
APAGONIDI:
dell’ordine Perciformi sono diffusissimi nelle grotte delle nostre coste e sono di un rosso smagliante. Particolare interessante è che i maschi incubano le uova in bocca. Possono vivere in cattività in acquari con l’acqua a bassa temperatura e con luce scarsa.
ARAGOSTA:
ARINGA:
vedi Crostacei.
vedi Sarda.
ASTEROIDI:
classe di Eleuterozoi (Echinodermi) comprendono le Stelle marine in genere. È una grande classe di animali perlopiù favorevoli alla vita d’acquario. Data la grande varietà ne citiamo alcune specie più note e più diffuse: Coscinasterias tenuispina è una specie dotata di grande fragilità quanto capace di autorigenerarsi, per cui raramente se ne troveranno esemplari con le cinque braccia intere. Il colore dominante è il rossiccio ma se ne possono vedere di verdi maculate di bianco, a pochi centimetri di profondità su rocce di scogliera. Molto belle per il loro colore rosso vivo sono le Echinaster sepositus e le Ophidiaster ophidianus. Vivono a circa dieci metri di profondità e amano poco la cattività; però la loro bellezza ci spinge a provare e buone probabilità di riuscita si hanno con gli esemplari più giovani. L’Asteria gibbosa e panceri, invece, si adattano bene a vivere nel nostro acquario. Entrambe ermafrodite variano nei colori rosso, rosso bruno e verde e vivono fra la vegetazione dei bassi fondali rocciosi. Nella ricerca di nuovi esemplari si incapperà sicuramente in tante specie differenti e, anche al solo scopo di fare esperienza nel cercare di mantenerle in vita, è conveniente introdurle in acquario e osservarne le caratteristiche. In genere le Stelle si nutrono di Molluschi estroflettendo lo stomaco attorno alla preda per finire poi di digerirla risucchiandola all’interno.



Astroides calycularis
Particolare di Stella marina: dalla bocca si dipartono le cinque braccia ricche di peduncoli olfattivi-deambulatori
Anemoni
ATTINIA:
vedi Antozoi.

In attesa di eventuali prede, l'Attinia si schiude come un fiore
BAVOSA:
BIVALVI:
vedi Blennidi.
vedi Lamellibranchi.
BLASTIDI:
famiglia prevalentemente tropicale con solo quattro specie mediterranee, di cui la più diffusa comprende il Balistes carolinensis (Pesce balestra). Il suo nome, balestra, deriva dal fatto che sulla pinna dorsale i raggi spinosi si alzano e si abbassano solo uno ad uno in quanto il successivo tiene eretto il primo come nell’uncino di sicurezza della balestra. Ha interesse acquariologico per le sue simpatiche dimostrazioni d’affetto e la sua vivacità, anche se il carattere decisamente aggressivo ne fa un serio pericolo per gli altri ospiti, specie se questi ultimi sono di mole più piccola o anche uguale. Accetta cibo vario; preferisce però prede vive.
BLENNIDI:
famiglia di pesci dalla pelle nuda e viscosa, in gran parte marini. Si adattano facilmente alla vita in acquario e la loro cattura è piuttosto agevole: in pochi centimetri si scorgono immobili sugli scogli a curiosare, divenendo così facile preda del retino. Si possono pescare anche con la lenza con l’amo privo di ardiglione. Sono senza vescica natatoria, ciò nonostante i loro veloci guizzi sono altrettanto efficaci al movimento. Si cibano di tutto, solo che esso deve arrivargli a tiro. Fra le tante specie di questa famiglia ne citiamo quelle più comuni e di facile reperibilità. Blennius gattorugine (Bavosa comune) e Blennius sanguinolentus sono animali simpatici e goffi con colori altamente mimetici sul verde-marrone, aggressivi nel loro territorio. Blennius ocellaris: dalla caratteristica macchia blu e bianca sulla pinna dorsale. Blennius tentacularis (Bavosa cornuta): ha due sporgenti e ramificate appendici sopra gli occhi (tipo corna) che sono organi olfattivi e ne caratterizzano la specie. Blennius pavo (Bavosa pavone): con livrea coloratissima dal verde al giallo, dall’azzurro al rosso, al nero, (Blennius nigricepes). Quest’ultima Bavosa non raggiunge quasi mai dimensioni notevoli ed è di carattere mite; è diffusissima lungo le scogliere dei mari meridionali.
BOGA:
BRANZINO:
CALAMARO:
CALLANTHIAS RUBER:
vedi Sparidi.
vedi Spigola.
vedi Cefalopodi.
serranide, vedi Anthias.
CANNOLICCHIO:
(Solen vagina) appartiene ai Solenidi, famiglia di Lamellibranchi (vedi). Ha una conchiglia a bivalve sottili, lunghe e strette. Vive affondato verticalmente nella sabbia. Ha carni gustosissime e non solo per l’uomo: i pesci ne sono ghiotti e specie in acquario ne farebbero strage. Quindi se ne sconsiglia il convivere.
CANOCCHIA:
vedi Crostacei.
CARANGIDI:
famiglia che comprende i noti Pesce pilota, Sugherello, Leccia. Sono animali di dimensioni varie ed essendo necessari grandi spazi poiché sono nuotatori formidabili il nostro acquario è poco adatto alle loro esigenze.
CASTAGNOLA:
CAULERPA:
vedi Chromis.
vedi Posidonia.
CAVALLUCCIO MARINO:
o Ippocampo. Della famiglia dei Singhatidi in Mediterraneo ne esistono 10 specie (due del genere Hyppocampus, 6 Syhgnatus, o pesce ago, 2 Nerophis). Possono essere ospitati in acquario ma presentano alcune caratteristiche che rendono problematica la loro sopravvivenza. La difficoltà maggiore è nell’alimentazione che si basa essenzialmente su cibo vivo e piccolo (larve) per poter essere risucchiato dalle loro minute bocche tubolari. Inoltre hanno una particolare disposizione a contrarre malattie. Per essere sicuri che il cibo arrivi loro in acquario è bene non avere altri tipi di pesci, i quali più agili e veloci arriverebbero sempre per primi a consumarlo. Anche in cattività riescono a riprodursi: la femmina depone le uova nella tasca del maschio che fa da incubatrice fino a che l’ultimo uovo non si è dischiuso. Nella tasca marsupiale gli embrioni (25-30) continuano a nutrirsi attraverso le pareti interne del marsupio stesso. Dopo una cinquantina di giorni vengono espulsi da parte del padre con caratteristici movimenti. Possono essere nutriti con naupli appena nati di Artemia salina.
CEFALO:
animali della famiglia dei Mugilidi, sono facilmente tenibili in acquario per il loro buon grado di adattamento all’ambiente. Non danno fastidio alle altre specie ma anzi sono molto timidi. L’acquario deve essere provvisto di coperchio in quanto tendono a fare salti fuori dall’acqua. Si pescano con la lenza, con pasta a base di pane per esca.

Cefalo
CEFALOPODI:
classe dei Molluschi, non hanno conchiglia esterna od interna tranne alcune specie che l’hanno solo interna (Seppia etc.). Non amano la cattività e purtroppo dopo un breve periodo muoiono e ciò a causa dello spazio ristretto. Quindi anche se sarebbe stato piacevole ed interessante ospitare l’intelligentissimo Polpo (Octopus vulgaris) o una Seppia o un Calamaro è più conveniente osservarli in mare o in acquari pubblici (di oltre 1.000 litri) per non rimanere delusi per la loro prematura morte.
CENTRACANTIDI:
famiglia molto simile agli Sparidi è però molto meno numerosa con 2 generi e 4 specie. I più diffusi nel Mediterraneo appartengono alla specie Maena chryselis, Maena smaris, Maena maena. Per il loro bisogno di grandi spazi e l’alimentazione a base di plancton poco si adattano alla vita d’acquario.
CEPOLA RUBESCENS:
(Cipolla o Spada rossa o fiammetta etc.): della famiglia dei Cepolidi è l’unica specie abbondante nel Mediterraneo. Gli esemplari, attorno ai 10 centimetri, bene si adattano alla cattività. Il rosso predominante lungo il loro corpo ravviverà l’acquario anche se di giorno preferiscono rimanere quasi fermi. Difficile la normale cattura per cui conviene accordarsi con qualche pescatore professionista che ci procurerà il tipo desiderato.
CERIANTIDI:
antozoi affini agli Attinari. Vivono in fondali melmosi e, privi di scheletro, si racchiudono in tubi membranosi da loro stessi costruiti. Sono resistenti in acquario ma necessitano di un fondale abbastanza alto (5-8 cm di sabbia) ove impiantare i loro tubi. Il Cerianthus membranaceus è diffusissimo nel Mediterraneo; molto decorativo in acquario, ha magnifici tentacoli molto lunghi e fini di colore verde o viola. Si ciba d’ogni genere di alimento di origine animale, occorre però somministrarglielo a portata di tentacolo e finemente triturato, anche una volta a settimana.
CERNIA:
Serranus gigans. È un pesce che appartiene alla famiglia dei Serranidi (vedi Serranus). Prevalentemente da tana ha grandi proprietà mimetiche di cui si serve per aggredire le prede: rimanendo immobile dietro alghe o rocce inghiotte piccoli esemplari che incautamente le vengono a tiro. Raggiunge dimensioni notevoli per cui in acquario solo piccolissimi esemplari possono avere un discreto collocamento. Dopo il suo adattamento il comportamento è diverso da come è in natura, in quanto si fida di più dell’ambiente, è meno aggressiva e spesso la si vedrà tranquilla nuotare in lungo e in largo per la vasca accettando di buon grado qualsiasi tipo di cibo che chiede facendo ripetute "boccacce".

Suggestivo angolo di acquario con una Attinia equina in primo piano, una Actinia cari ancorata sopra un gruppo di Cirripedi e, sullo sfondo, una Aiptasia
CETRIOLI DI MARE:
vedi Oloturoidi.
CHITONI O CHITONIDI:
vedi Placofori.
CHROMIS CHROMIS:
(Damigella o Guarracino o Rondinella o Castagnola), della famiglia dei Pomacentridi è l’unica specie mediterranea. Ottimi pesci d’acquario, accettano la cattività. Si cibano di tutto e si pescano con la lenza. Se si prendono i piccoli di questa specie, che sono coloratissimi d’azzurro brillante, col retino, si deve stare attenti al trasporto in quanto sono molto sensibili e nel nostro acquario non dovremo avere né Scorfani né Thalassoma, voraci predatori dei giovani Chromis.
CIANOFICEE:
CICALA:
CIPOLLA:
vedi Alghe.
vedi Crostacei.
vedi Cepola rubescens.
CLINIDI:
famiglia comprendente il Cristiceps argentatus dalla livrea a strisce argentate con caratteristiche somatiche simili ai Blennidi.
CLUPEA:
vedi Sarda.
CNIDARI:
organismi che per il loro aspetto, più che animali veri e propri sembrano piante a forma di polipo o medusa. Hanno solo una cavità gastrovascolare centrale detta celenterio, da cui son detti anche Celenterati e si dividono in tre classi: Idrozoi, Scifozoi e Antozoi (vedere classe per classe).
CORALLO:
(Corallium rubrum), con la Gorgonia (Paramuricea chamaleon) sono Antozoi (Ottocoralli), cioè colonie di polipi che costruiscono forme irregolari calcaree o cornee, con colorazioni varie e bellissime. Purtroppo, però, per la loro sopravvivenza devono esistere particolari condizioni di habitat, bassa temperatura, acqua purissima etc. per cui o si allestisce un acquario apposito (per professionisti) o raramente sopravvivono insieme alle altre specie mediterranee.
COZZE:
CORVO:
o Corvina, vedi Scienidi.
vedi Mitili.
CRINOIDI:
classe di Pelmatozoi (Echinodermi); comprendono i cosiddetti Gigli di mare (Isocrinidi). Sono animali che dopo lo stadio larvale libero si saldano alle rocce o al fondale, ma la loro poca disponibilità alla cattività li discosta dai nostri interessi acquariologici.
CROSTACEI:
classe con oltre 26000 specie, prevalentemente marine, caratterizzati dal loro rivestimento trasformato e indurito a mo’ di corazza. Molte specie sono facilmente rinvenibili presso la linea di marea, in pozze d’acqua e a pochi centimetri di profondità. Accenniamo a quelle più interessanti per noi acquariofili.
Il Palaemon serratus (o gamberetto di scogliera) quasi trasparente con lunghe appendici filamentose tattili e di difesa, saltellante nelle pozze aperte di mare. Purtroppo la sua convivenza con altri pesci è difficile in quanto costituisce un boccone prelibato per quasi tutte le specie ittiche e a meno di tenerlo da solo è perseguitato fino ad essere vittima di uno degli altri ospiti dell’acquario.
I Paguri (Clibanarius erythropus; Paguristes oculatus e P. alatus, Diogenes pugilator, Dardanus arrosor) sono Crostacei che vivono in conchiglie di molluschi Gasteropodi, ove si ritirano per difendersi dai predatori, e sulle quali a volte alloggiano Attinie creando una simbiosi mutualistica. Fra gli scogli, in acqua bassa, possono essere catturati facilmente e in acquario si dimostrano ottimi e utilissimi pulitori.
I Granchi (Brachiuri) sono Crostacei diffusissimi sulle scogliere, ma anche a grandi profondità. Specie quelli di fondo hanno favolosi colori ed in acquario non destano preoccupazioni in quanto autosufficienti. Possono avvenire combattimenti fra maschi ma solo nel periodo riproduttivo così come avviene per i Paguri e i Gamberi, quindi con pochi giovani esemplari (due o tre) eviteremo guerre fratricide.
Citiamo alcune specie dei nostri mari. Dromia vulgaris, Portunus, Eriphia spinifroris, Maja verrucosa e squinado, Calappa granulata, Ilia nucleus, etc.
Le Aragoste (Palinurus vulgaris) sono Crostacei che ben si adattano alla cattività, specie se si tratta di piccoli esemplari e sono gradevoli alla vista per i loro movimenti e i loro colori.
La Canocchia o Cicala (Squilla mantis), crostaceo dell’ordine degli Stomatopodi, in acquario si comporta assai bene e facile si presenta il suo mantenimento: sempre in movimento, o sul fondo o con evoluzioni acrobatiche fino al pelo dell’acqua, non disturba gli altri ospiti e si ciba, da buon pulitore, degli avanzi di cibo rimasti qua e là sul fondo. Sia la Cicala sia l’Aragosta sono procurabili con poca fatica dai rivenditori di pesce, specie nella stagione invernale, quando arrivano ancora vivi e dispostissimi a non finire in pentola.


Aragosta
Paguro, in una conchiglia di Fasciolaria
DAMIGELLA:
DENTICE:
DIATOMEE:
DIPLODUS:
DONZELLA:
vedi Chromis.
vedi Sparidi.
vedi Alghe.
vedi Sparidi.
vedi Labridi.

Coris ed Attinie: ottimi abitatori dell'acquario
DRAGONCELLO:
(Callionymus) della famiglia dei Callionimidi, bene si adatta alla vita in acquario, tanto che la specie Callionymus festivus si è addirittura riprodotta. Ha spine opercolari velenose; è molto vistoso anche se rimane per lo più immobile mimetizzandosi perfettamente con l’ambiente.
ECHINODERMI:
si dividono in Pelmatozoi (Crinoidi) col corpo calcareo a calice, fissi alle rocce, dalla cui sommità fuoriescono multiformi e multicolori appendici; e Eleuterozoi che sono animali mobili le cui quattro classi sono: Oloturoidi, Asteroidi, Echinoidi e Ofiuroidi.
ECHINOIDI:
classe degli Eleuterozoi (Echinodermi) comprendono i cosiddetti Ricci di mare, animali a forma sferica o ovoidale con endoscheletro di piastre calcaree con apercoli su cui si articolano spine e pedicelli disposti simmetricamente. Il Paracentrotus lividus è il riccio di mare più comune nel Mediterraneo, ha colorazioni dal bianco crema al bruno scuro passando per il verde ed il rossiccio, impropriamente detto Riccio femmina. Anche l’Arbacia lixula è molto diffuso nel Mediterraneo, ha aculei un po’ più lunghi del P. lividus, ha tonalità blu corvino-nere e impropriamente è detto Riccio maschio. Sono senz’altro animali d’acquario e, specie se giovani, si adattano facilmente alla cattività nutrendosi di alghe e residui del fondo.

GAMBERO:
GAROFANO DI MARE:
FIAMMETTA:
vedi Cepola rubescens.
vedi Crostacei.
vedi Antozoi.
GASTEROPODI:
vasta classe dei Molluschi si suddivide in tre sottoclassi: Prosobranchi, Opistobranchi, Polmonati. Data la vastità delle specie ne elenchiamo solo quelle più facilmente visibili e rintracciabili nel nostro mare. La Monodonta turbinata, Turritella, Gibbula, Nassa, Aporrhais (o piede di Pellicano) sono ottimi pulitori e si trovano sulla linea di marea. Il Semicassis saburon e il Thais hemastoma sono animali un po’ più grandi dei precedenti ed hanno meravigliose conchiglie colorate; per catturarle però bisogna cercarle con perizia in quanto sono ben mimetizzate con incrostazioni di alghe ed altro fra le rocce in prossimità della linea di marea. Affini a questi sono: Cassis e Cassidaria. Molti Gasteropodi, come la Natica millepunctata, sono predatori di altri molluschi insediandosi sulla vittima, spesso Bivalvi, a volte per giorni e giorni fino alla completa digestione. Però i loro colori e le loro forme ce li rendono graditi ospiti. I Nudibranchi (Opistobranchi) sono numerosi e dall’aspetto favoloso; sono però di difficile ambientamento ma ciò non toglie che si possa sperare d riuscire a farne sopravvivere qualche giovane esemplare. Si trovano fra la vegetazione sommersa in zone a scogliera e si devono trasportare con cautela in sacchetti di plastica riempiti per un terzo d’acqua e il resto, possibilmente, di ossigeno.
GATTUCCIO:
(Scyliorhinus canicula, capensis, stellaris) squaliforme della famiglia degli Scilorinidi, è di piccole dimensioni ed è oviparo: caratteristico l’uovo che, attaccato a Gorgonie con i suoi prolungamenti filamentosi, facilmente si schiude anche in cattività e in modesti acquari. E’ molto bello a vedersi poiché richiama per forme e movenze i più terribili squali, anche se i suoi spostamenti non sono molto frequenti. Ha una coda molto sviluppata, occhi ovali, bocca centrale ed è chiazzato sul dorso di macchie scure mentre il ventre è grigiastro. Si può cercare di catturarlo con una lenza posata sul fondo oltre i 15 metri di profondità usando come esca pezzetti di mollusco. In acquario non è particolarmente aggressivo verso gli altri ospiti, ma poiché la sua aggressività aumenta col bisogno di nutrimento, faremo attenzione a non fargli mai desiderare di procurarsi il cibo: piccoli pezzetti di molluschi ogni due giorni, preferibilmente la sera, basteranno a sfamarlo e a mantenerlo pacifico.

Gattuccio
GHIOZZO:
GIGLIO DI MARE:
vedi Gobiidi.
vedi Crinoidi.
GOBIIDI:
famiglia che raccoglie oltre 450 specie con caratteri di difficile differenziazione (solo lungo le nostre coste ve ne sono differenziate più di venti generi). Comunemente chiamati Ghiozzi (Gobius), popolano le coste di quasi tutti i mari temperati caldi ed alcuni preferiscono l’acqua salmastra o di fiume. Di dimensioni modeste non hanno colori appariscenti ma visibilmente cangianti sui toni nero-marrone-grigio a seconda dell’ambiente che li circonda. Sono di forma allungata con ampie pinne pettorali a mo’ di ventaglio e con una centrale ventrale di cui si servono come un vero e proprio piede su cui riescono a deambulare e addirittura fissarsi su rocce funzionando essa come una ventosa naturale. Hanno scatti rapidissimi specie per afferrare le prede: caratteristico l’improvviso movimento di lato del loro capo nel momento del boccone, mentre il loro corpo resta immobile. Accettano di buon grado qualsiasi tipo di cibo. Sono pesci prevalentemente da tana (ma non disdegnano fugaci puntate esterne) che bene si adattano alla vita d’acquario; due esemplari di non più di 5-8 cm di lunghezza possono essere ottimi ospiti.

Ghiozzo
GORGONIA:
GRANCHIO:
GRONCO:
GUARRACINO:
HALIMEDA TUNA:
vedi Crostacei.
vedi Corallo.
vedi Anguilla.
vedi Chromis.
vedi Posidonia.
IDROZOI:
classe dei Cnidari (Celenterati); sono meduse con forme varie sia strutturalmente che biologicamente e possono vagare libere o essere attaccate al substrato; sono comunque di dimensioni tanto piccole che solo accidentalmente sono avvistabili e catturabili.
IPPOCAMPO:
vedi Cavalluccio marino.
Riccio di mare (Sphaerechinus granularis)